Nel cammino nel mio viaggio in Madagascar insieme alla famiglia di mio marito di Diego Suarez, ci incontravamo seduti a volte fuori il loro cortile di casa o nel loro quartiere, seduti su semplici sedie o sgabelli di legno, sorseggiando una birra ghiacciata, dove amavano raccontarmi alcune leggende del posto, misteri e storie antiche tramandate da generazione in generazione, io rimanevo meravigliata ma nello stesso incredula che tutto questo poteva essere vero o semplicemente leggenda tramandata, voglio ora mostrarvi qualcosa che merita essere condivisa con voi:
La Regina dei Lemuri:
Esplorare le ricche tradizioni e le affascinanti leggende del Madagascar è come immergersi in un mondo incantato di mistero e magia. Tra le tante storie che popolano l’immaginario malgascio, una delle più intriganti è quella della “Regina dei Lemuri”.
Nel cuore della foresta pluviale del Madagascar, si narra che viva una regina leggendaria, la cui bellezza è paragonata alla luce della luna che risplende attraverso il fitto fogliame. È conosciuta come la protettrice dei lemuri, creature affascinanti che popolano l’isola con la loro grazia e il loro mistero. Si dice che la Regina dei Lemuri vegli silenziosamente sulla foresta, custodendo i suoi segreti e proteggendo gli animali che vi abitano.
La leggenda racconta che coloro che si avventurano nella foresta possono sentirne la presenza, una sensazione di pace e meraviglia che li avvolge come un abbraccio invisibile. Si dice che la regina apparisca solo a coloro che sono puri di cuore e che rispettano la natura che li circonda. Alcuni raccontano di averla vista danzare tra gli alberi al chiaro di luna, mentre altri descrivono incontri fugaci, in cui la sua figura sfuma nell’ombra della foresta.
Questa leggenda, piena di magia e fascino, ha catturato l’immaginazione di molti, sia locali che visitatori stranieri. La Regina dei Lemuri è diventata un simbolo della ricchezza naturale del Madagascar e della sua connessione unica con il mondo selvaggio che lo circonda.
La leggenda dei Bambini nati gemelli:
Oggi ci immergiamo nell’affascinante mondo degli Antambahoaka, una tribù che popola la costa sud-est dell’isola e che porta con sé una tradizione dai contorni oscuri: il divieto di crescere gemelli.
Nella città di Mananjary, cuore della regione degli Antambahoaka, è comune assistere a una scena commovente: bambini abbandonati sotto gli alberi di cocco. Ma ciò che una volta era un destino ancora più tragico, con le teste dei gemelli che venivano spezzate sotto gli zoccoli dei zebù, oggi è trasformato in una realtà diversa ma altrettanto dolorosa. Questo divieto, conosciuto come “fady kambana” o “tabù dei gemelli”, è parte integrante della vita di questa tribù, tramandato di generazione in generazione come una legge non scritta.
Le origini di questa tradizione affondano nel passato, risalendo al tempo dell’arrivo del primo Antambahoaka sulle rive del fiume Sakaleona. Si narra che la moglie del capo clan morì dando alla luce gemelli, un destino che si ripeté anche con le sue successive spose. Colpito da questa sventura, il capo clan giurò di porre fine a questa “maledizione”, ordinando che tutti i gemelli nascessero fossero uccisi. Sebbene questa pratica crudele sia stata mitigata nel tempo, il divieto di crescere gemelli è rimasto saldamente radicato nella cultura degli Antambahoaka.
Tuttavia, nonostante la severità di questa tradizione, emergono storie di coraggio e compassione. Alcuni genitori, sfidando il tabù, hanno nascosto i loro gemelli per salvarli dalla morte. E grazie all’iniziativa di un cristiano straniero di nome Auguste Simintramana, nel 1987 ha creato l’orfanotrofi come ad esempio https://bambinidelmadagascartongasoa.it/orfanotrofio.html, che ha accolto e dato una nuova casa a centinaia di gemelli abbandonati. Questa iniziativa ha anche aperto le porte all’adozione da parte di coppie occidentali, offrendo ai bambini una nuova speranza e una famiglia amorevole.
Leggenda della Circoncisioni:
La circoncisione in Madagascar Rappresenta l’ingresso del bambino nel mondo degli adulti. Nella tradizione del popolo malgascio tutti i maschietti vengono circoncisi per acquisire virilità e riservarsi un posto nella tomba di famiglia
L’usanza vuole che questo gesto venga fatto dal nonno o dal capofamiglia a dove mangiare il prepulzio accompagnato da una banana e rum. Con questo gesto il bambino è considerato uomo ed entra di diritto nella famiglia.
Leggenda dei Pirati:
Esplorare le leggende e i racconti di pirati che hanno solcato i mari del XVII e XVIII secolo è come immergersi in un mondo di avventure avvincenti e misteri senza fine. E tra le storie che affascinano maggiormente c’è quella del Madagascar, dove le coste orientali e l’isola di Sainte Marie hanno visto prosperare un vero e proprio covo di pirati, un’epoca di scorrerie e tesori nascosti.
Visitando l’isola di Sainte Marie, è possibile imbattersi nel cimitero dei pirati, dove lapidi antiche raccontano storie di avventurieri e briganti che hanno solcato i mari in cerca di bottino e libertà. Questo tratto di costa, tra Tamatave e la Baia di Antongil, offriva rifugi sicuri ai pirati, grazie alle profonde insenature e ai labirinti di canali navigabili che sfuggivano alla vista delle marine francese e britannica.
Ma tra le storie di pirateria che circolano, una in particolare cattura l’immaginazione: quella di Libertalia. Noto grazie al libro “A General History of the Pyrates”, attribuito al Capitano Charles Johnson, questo luogo leggendario sulla costa orientale del Madagascar è descritto come una colonia anarchica fondata da Oliver Misson, ex ufficiale della Marina Francese, e da un ex prete italiano di nome Caraccioli.
Libertalia rappresentava un esperimento sociale radicale per l’epoca, basato sui principi di libertà, uguaglianza e rispetto reciproco. Qui, pirati, marinai, ex schiavi e persone provenienti da ogni angolo del mondo si univano per vivere in armonia, sotto un codice di condotta che promuoveva la condivisione dei beni e il rispetto per gli altri.
Sebbene l’esistenza di Libertalia non sia mai stata comprovata, il suo mito ha continuato a incantare generazioni, influenzando persino gli ambienti intellettuali dell’Illuminismo a Parigi. Anche se non possiamo confermare la veridicità di questa storia, ciò che rimane è l’idea affascinante di un luogo dove la libertà era l’unica regola e dove gli uomini potevano vivere al di là dei confini imposti dalla società del tempo.
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